Interviste Primo Piano

#FaberRacconta: intervista a Emanuele Salvietti di Italfimet

29 Ott 2021

Rendere la galvanica ancora più sostenibile e più oggettiva: questa è la mission del nuovo progetto di Emanuele Salvietti, ricercatore per Italfimet. Scopriamo direttamente dalle sue parole la storia, il valore e i benefici realizzati da una ricerca che unisce il mondo della sperimentazione accademica con quello dell’innovazione imprenditoriale. 

Buongiorno Emanuele, qual è stato il percorso che ti ha portato a vincere la terza edizione del progetto FABER? 

Il mio incontro con FABER è avvenuto all’interno dell’Università degli Studi di Firenze, grazie alla quale negli ultimi anni ho potuto già iniziare a collaborare con Italfimet, la mia azienda. Il mio percorso di carriera mi ha portato a interagire sia con l’ambiente accademico che con imprese. Dopo essermi laureato in chimica, ho difatti conseguito il dottorato di ricerca e in seguito ho iniziato a lavorare presso delle aziende private. In seguito ho scelto di tornare a collaborare con l’università, entrando nel settore dei bandi regionali e dei progetti di ricerca. Faber mi ha permesso di ricollegare due realtà da sempre presenti nella mia carriera, ha riaperto la porta del mondo aziendale.

Ti andrebbe di raccontarci gli obiettivi e la portata innovativa della tua ricerca?

Il mio percorso di ricerca porterà allo sviluppo di un bagno galvanico maggiormente performativo ed ecosostenibile, in cui è presente uno strato di bronzo bianco, pensato per dare più durabilità all’oggetto. Attualmente sono presenti bagni galvanici con cianuri. Il mio obiettivo è progettare un bagno che sia esente dalla presenza di cianuri e che abbia conseguentemente un minor impatto ambientale.

Qual è per te il valore del progetto FABER?

Reputo FABER un progetto realmente importante nell’operazione cruciale di trasferire conoscenza tra le università e le imprese, due settori che non sempre dialogano tra di loro. E questo permette di effettuare notevoli passi in avanti che contribuiscono allo sviluppo del settore, rendendo le aziende sempre più competitive e dai processi ecosostenibili.