Interviste Primo Piano

#FaberRacconta: intervista a Jacopo Pini e Stefano Vincenzo Scordamaglia di Gestione Silo

3 Ago 2023

Il trasferimento tecnologico apre le porte al futuro delle imprese e dei mercati, creando nuove metodologie e ottimizzando i processi di produzione. Un perfezionamento che consente di ottenere risultati sempre più competitivi nel panorama contemporaneo. Lo scopriamo attraverso l’esperienza di Jacopo Pini e Stefano Vincenzo Scordamaglia, CEO e ricercatore presso Gestione Silo, azienda specializzata dal 1976 nella costruzione di ottiche di precisione.

Buongiorno, Jacopo. Ti andrebbe di raccontarci qual è il valore di avere una figura come Vincenzo all’interno di Gestione Silo? 

Per comprendere il percorso attuale è necessario ripercorrere la storia aziendale. Inizialmente Gestione Silo operava nel settore fotografico, ma negli anni successivi è cresciuta fino a passare nel 2003 dall’artigianato all’industria. L’azienda si è distinta nei settori dell’oftalmica, del medicale, dello spazio e della difesa. 

Attualmente produce la parte ottica e collabora con altre aziende che si occupano di realizzare il prodotto finito. Negli ultimi anni abbiamo sentito l’esigenza di ampliare alcuni reparti, come quelli dedicati alla metodologia, al collaudo e alla ricerca. Ci è stato proposto nuovamente di partecipare al bando FABER ed è stata una buona occasione: con Stefano ci siamo piaciuti a pelle. Con lui è nata l’idea di migliorare su un particolare progetto PNRR, sviluppando un nuovo metodo e applicando un approccio innovativo nell’affrontare le richieste dei clienti. Stefano possiede non solo una mentalità più giovane ma ha anche alle spalle degli studi ‘freschi’. Questo ci consente di prendere delle scelte in maniera più oculata e più sicura

La missione dell’azienda, dopotutto, è quella di ascoltare il mercato, perché ogni giorno abbiamo richieste sempre più complesse. Per andare avanti abbiamo bisogno di fare sempre più ricerca. Gli obiettivi ci vengono anche un po’ dettati dal nostro settore. Ci piacerebbe per questo diventare un’azienda ancora più strutturata. Crediamo che la vera crescita non sia solo legata al fatturato, ma anche all’organizzazione e al numero di persone talentuose che operano all’interno dei nostri team. 

La stessa storia, allo specchio. Qual è la tua esperienza come ricercatore in azienda, Stefano? 

Quando ho conosciuto Gestione Silo, le mie competenze nell’ambito della fisica erano focalizzate su una specializzazione differente. È stato bello vedere la formazione che questa azienda mi ha offerto, è stata per me di grande valore poter integrare il mio background con nuove conoscenze e nuovi campi di applicazione.

In questo momento sto cercando di apportare dei miglioramenti in alcuni processi. Avere un bagaglio variegato mi consente di avere tecniche e strumenti innovativi da poter adoperare all’interno della mia attuale ricerca sul campo. Sto lavorando molto alla parte inerente alla metodologia. Dopotutto, investire nella misura di precisione è sempre più importante e i requisiti tecnici sono sempre più stringenti. È cruciale quindi mantenersi aggiornati, sia sulle novità delle normative tecniche sia su tutte le nuove metodiche e i nuovi strumenti.

Quali saranno le sfide del futuro per il vostro settore?

Il futuro ci pone davanti obiettivi sempre più sfidanti. Nello specifico, verranno richieste superfici sempre più precise e integre, senza presenza alcuna di graffi, e trattamenti sempre più complicati. Attualmente si lavora su ottiche di tipo sferico, ma nel corso dei prossimi anni si andranno ad utilizzare anche altre superfici sempre più complesse e sarà necessario adeguarsi a questa evoluzione. 

Grandi miglioramenti avverranno inoltre nell’ambito dell’analisi delle superfici. Questo perché in termini di collaudo e assemblaggio, la parte cosmetica (ovvero la presenza o meno di difetti sul prodotto) è valutata oggi attraverso un controllo soggettivo, proveniente dall’occhio umano. È un’incognita dunque sapere se effettivamente rispecchia gli standard richiesti dal cliente. Gli studi in laboratorio ci stanno permettendo di misurare in maniera oggettiva le specificità dei nostri prodotti. In settori come quello spaziale, le precisioni cosmetiche sono e saranno sempre più altamente rilevanti e rappresentano il vero banco di prova per aziende come la nostra.